Sesso e Amore
Abbiamo prenotato da tempo questo incontro, non senza un pizzico di malizia, perché, diciamo la verità il titolo è tutto un programma......In realtà, per l'esperienza fatta fin qui con training impegnativi e coinvolgenti, sapevo che sarebbe stato un viaggio dentro le dinamiche del corpo relative ai due principali centri energetici il primo e il quarto chakra e gli effetti che si attivano collegandoli. Tutto il week end è caratterizzato da una pioggia incessante, poco distante dal cancello di ingresso del Centro si è formato addirittura un piccolo torrente che attraversava la strada che per fortuna in quel punto è fatta di cemento. All'arrivo è buio, nella struttura ci sono poche luci, sembra non ci sia nessuno e in effetti anche la stanza dove siamo stati l'altra volta è chiusa, mi viene subito da pensare che i partecipanti non sarebbero stati numerosi. L'altra stanza invece è illuminata da una luce debole, e sembra anch'essa vuota. C'è invece una persona che è lì da un po' di tempo, entriamo, ci saluta, ma sento subito che qualcosa non va, l'ambiente e freddo nonostante la stufa a legna, c'è tanto silenzio e soprattutto una sensazione di smarrimento e malessere. Ci siamo guardati l'un l'altro e abbiamo pensato ma forse l'abbiamo anche detto, siamo solo noi? Anche in altre occasioni soprattutto nei nostri gruppi spesso ci coglie questa sensazione di "scoramento" perché ci si aspetta un maggior numero di persone e sorge subito l'idea che non si potrà fare gran che in così pochi. A rendere più concreta questa sensazione contribuisce, subito dopo la sessione che precede la cena, il ritiro di uno dei componenti che da subito aveva manifestato grosso disagio, non resta nemmeno a cena e scusandosi con tutti ci lascia. Siamo quindi
noi tre più i due conduttori a tavola in un silenzio imbarazzante almeno questo è quello che avvertivo. Ci viene poi detto che all'indomani arriverà una coppia e la notizia ci riscalda un po' il cuore. Nella sessione serale sperimentiamo una meditazione che in passato mi ha sempre affascinato ma che non ho mai provato a praticare per la sua complessità, si tratta del Tumo, una tecnica tibetana per attivare l'energia e farla circolare in tutto il corpo per riscaldarlo. Si narra che i discepoli per dar prova di aver appreso la tecnica dovevano sciogliere e asciugare una coperta ghiacciata avvolta intorno al corpo in ambiente esterno su montagne innevate. L'esperienza è positiva, riesco a far circolare bene il respiro e scopro per la prima volta la mia postura più favorevole, seduto sul panchetto in posizione za zen. Ritrovare il respiro profondo e rilassare tutte le tensioni mi ridà subito la carica. Dal mattino successivo e fino alla domenica pomeriggio è tutto uno scoprire nuove tecniche e nuove sensazioni nel corpo, tra l'altro il numero dispari due coppie e un single, rende l'esperienza ancora più interessante per le dinamiche che si sviluppano e le condivisioni forti e profonde che si succedono. Tra le altre cose ho trovo interessanti gli esercizi di respirazione chiamati "Sustaining Constancy Exercises" che consentono di aumentare e mantenere la percezione del se sul piano sensoriale e corporeo, ho chiesto subito di acquisirle per praticale in privato. E poi la meditazione danzante dei 5 ritmi già fatta in altre occasioni stavolta ha un valore aggiunto, per la prima volta la faccio con totalità e seguendo le indicazioni "tecniche" e si rivela molto interessante e performante. Ci sono momenti di grande intensità nelle meditazioni propriamente tantriche, dove ritrovo risonanze più mie e tipiche del percorso che sto facendo. In questo week end ma già un po' in quello precedente, constato le differenze tra queste che io chiamo risonanze tra il fare e il sentire in gruppi diversi e di diverso orientamento. Trovo che questi week end con il Laboratorio tantrico hanno un effetto molto fisico, un approfondimento delle senso percezioni legate alla fisicità, un collegamento con il corpo e le sue funzione che avviene maggiormente con l'utilizza della mente, viceversa nell'altra via prevale una dinamicizzazione e un perdersi catartico nella sensazione per cui la mente viene totalmente esautorata dalle sue funzioni e rimane attiva solo nella parte iniziale del fare. Come dicevo è interessante anche la combinazione di due coppie e un single, che dà vita a dinamiche incrociate molto interessanti, soprattutto in due occasioni, nella meditazione del cuore a coppie, che diventa per noi una meditazione a tre e la situazione ha mosso tutta una serie di effetti relativi al disagio, a blocchi e proiezioni dovute alla vicinanza affettiva e a legami parentali, e nell'ultima meditazione dove è messa a dura prova la capacità di gestire le proprie emozioni e osservare il grado di condizionamento nell'aderire alle richieste di chi era oggetto della meditazione. Nella condivisione finale, che doveva consistere in un breve saluto, si è resta molto tempo perché emergono dinamiche più interessanti che coinvolgono tutto il gruppo e consente a qualcuno di comprendere a fondo dove si "trova" in questo momento. Alla partenza c'è una pausa nella pioggia battente, allo stesso modo avverto dentro di me nuovi spazi di condivisione e una sensazione di luce e pulizia. Una trama delicata e sottile che lentamente si va dipanando.