COSA SONO LE MEDITAZIONI DINAMICHE
Ad esempio, attraverso il monitoraggio delle scansioni cerebrali, si evidenziano risultati sorprendenti e molto positivi sui soggetti che meditano con continuità. Alcuni degli effetti studiati e verificati sono la riduzione del dolore, il miglioramento degli stadi depressivi, delle facoltà cognitive come la memoria, la capacità di scelta o la sopportazione dello stress.
Nel mondo occidentale, tuttavia, la meditazione non è così diffusa come si pensa. Il grande ostacolo a questo modo di prendersi cura della salute è la cultura di base: questa nasce da un modello di società sempre più frenetico, volto ad occupare il tempo in mille modi e mille pensieri, senza che vi sia davvero spazio per l'ozio contemplativo, per le azioni volte alla pura conoscenza. In poche parole, nel mondo occidentale non sempre la meditazione trova giusto spazio.
Essa necessita infatti di spazi specifici, di tempo, di pazienza, delle giuste risorse per essere praticata. Eppure, la meditazione è una pratica che accomuna tantissime filosofie e religioni, anche molto diverse e lontane tra loro, a riprova del fatto che si tratta di una disciplina sviluppata con sfumature differenti, ma fondamentalmente universale.
Questo metodo non comprende tradizioni o pensieri spirituali, è un atto che non va forzato con la volontà, ma una disciplina che deve manifestarsi in maniera spontanea, in quanto stato di, chiamiamola, "non mente". Come un bambino, che guarda il mondo con fascino e curiosità, gli occhi di chi pratica la meditazione Osho e la mente devono essere così puri ed innocenti nella contemplazione di ciò che ci circonda.
Nonostante spesso la pratica della meditazione sia legata alla ripetizione di un mantra, di un ciclo, di qualcosa che favorisca la concentrazione, per Osho il concetto cardine è proprio l'opposto. Secondo il maestro spirituale, meditare è proprio non fare nulla e saper stare in quel fare nulla.
Cosa molto difficile per chi, nato e cresciuto nella società occidentale, è abituato a ritmi serrati e ad una sensazione di obbligo nel dover fare qualcosa. Tutto ciò e stato amplificato, per esempio, dall'uso dei social media, la ricezione delle notifiche che ci obbliga a rimanere sempre a disposizione, a restare in contatto in ogni momento. Questo tipo di stile di vita genera una serie di conseguenze a vari livelli, come stimolare la produzione di adrenalina e dopamina, sostanze legate anche allo stress, che allontanano la pace interiore.
Per noi, oggi, la meditazione rappresenta una vera sfida: quella di sedere, in silenzio, senza pensare e senza che stimoli esterni siano di disturbo.
Le tecniche di meditazione di Osho vanno incontro a quelli che risultano essere i vari bisogni dell'uomo moderno, che fatica a trovare le condizioni tradizionali ideali per la meditazione, come il silenzio, uno spazio confortevole senza distrazioni, la concentrazione.
Non esiste un vero e proprio metodo per contrastare tutte le difficoltà che derivano dai tempi stretti imposto dal lavoro, dalle responsabilità che impone la famiglia, le preoccupazioni per i propri cari: la ricetta perfetta, quella della felicità, purtroppo non esiste. Tuttavia, con la meditazione Osho, si può trovare uno spazio mentale ancora prima che fisico da dedicare alla lentezza e al tempo osservato anziché riempito a tutti i costi.
ll concetto di meditazione dinamica di Osho
Stare seduti e provare a rilassarsi entrando in contatto con la parte più profonda di noi stessi è davvero molto difficile. La testa andrà completamente altrove: devo fare, devo andare, devo chiamare. Il cervello si riempirà di pensieri e la concentrazione tarderà ad arrivare, e qui entra in gioco il concetto che prima è stato accennato, ovvero quello di meditazione dinamica.
La meditazione dinamica di Osho è stata creata proprio per riuscire a sperimentare e esprimere con consapevolezza le emozioni nascoste e approcciarsi al mondo in un modo che va oltre gli schemi abituali. Questa pratica mira alla felicità interiore, per insegnare a volersi ancora più bene, ascoltarsi e comprendersi.
Il centro di tutto, la partenza della meditazione dinamica deve essere il cuore, che per una volta si impone davanti al cervello nella scelta delle emozioni, di cosa osservare, di cosa lasciare che entri in noi e resti per far crescere l'amore e la gratitudine che ci eleverà.
Alcuni di questi esercizi preparatori possono essere ritrovati nelle terapie della moderna psicoterapia occidentale e consistono nell'alterazione del respiro, nel gibberish (ovvero appunto esprimersi in un linguaggio sconosciuto), nel piangere o ridere liberamente, danzare e muovere il corpo fino a raggiungere lo stato di catarsi, cioè di crollo delle sovrastrutture mentali e liberazione attraverso un'esplosione emozionale.
In questo modo si liberano il corpo e la psiche da tutti quei blocchi emozionali che impediscono la libera espressione di sé nella vita quotidiana.
Osho ha in pratica rivisto e reintrodotto anche alcune tecniche tradizionali di meditazione, riducendole alla loro più essenziale espressione, depurandole dai rituali e dai formalismi, e mantenendone le parti maggiormente terapeutiche. Inoltre, sostenne la teoria per la quale lo stato meditativo può essere raggiunto e mantenuto, con una sufficiente pratica, anche attraverso le azioni quotidiane.
Osho individuò, oltre a tecniche attive, dei metodi finalizzati a calmare la mente, a creare uno spazio di silenzio e consapevolezza necessario alla meditazione.