L'inganno epidemico della dualità
Nonostante l'esperienza traumatica che si sta vivendo, prevale ancora l'atteggiamento reattivo e conflittuale mentre sarebbe richiesta massima unione e solidarietà.
Le soluzioni per far fronte all'emergenza vengono puntualmente contestate. Su queste si creano fronti contrapposti, spesso inquinati dalla contrapposizione politica e dalla presunzione di essere nella verità assoluta.
Avrebbe dovuto essere un'occasione per comprendere e riscoprire l'appartenenza ad una unica sorgente e adoperarsi per migliorare se stessi e di riflesso la situazione esterna.
Un'occasione per innescare il cambiamento e la trasformazione per ripartire da una riscoperta di se e della propria dimensione interiore e intuire che quello che si pensa essere esterno è in realtà autogenerato.
Appare invece ancora molto radicata la convinzione che l'esterno sia un accidente imprevisto provocato dalla bizzaria della sorte o dei capricci della natura. Con conseguenti reazioni mentali ed emotive caotiche e destabilizzanti.
Si suggeriscono soluzioni che si rivelano peggiori del problema, e spesso ne generano altri, con effetto "domino". Prevale l'idea che c'è un "nemico" con cui si deve combattere.
Il virus nel caso di specie o qualsiasi altra calamità si presenti è vissuta come un'aggressione di un nemico esterno contro il quale difendersi con tutti i mezzi, e con strategie spesso dettate dalla paura o dalla presunzione.
Se sei parte della realtà, la realtà è parte di te, sei interattivo, non separato. Un virus o qualsiasi altra cosa ti crea problemi è già presente dentro di te in nuce. Aspetta solo di manifestarsi e lo fa non a capriccio o a dispetto, ma in relazione alla tua condizione psicofisica ed energetica.
Non è un caso che la visione tendenzialmente non duale e olistica della scienza millenaria orientale è all'80% orientata alla prevenzione.
Un meccanismo sano, equilibrato, ben alimentato ed energeticamente bilanciato, si traduce automaticamente in frequenze di base più elevate, di un calore di base più forte, in una parola in un sistema di "difesa" efficiente per cui si corrono meno rischi di sviluppare "malattie".
Dovresti chiederti perché non tutti si ammalano anche se esposti al "contagio", un virus o una qualsiasi malattia non sceglie in base a un criterio di simpatia o antipatia o perché c'è un destino che gli ordina chi colpire e chi no.
Finchè non cambi prospettiva e raggiungi la consapevolezza che sei solo e sempre tu a generare tutto quello che ti circonda non potrai mai comprendere che sei tu stesso ad ammalarti e a sviluppare quelle condizioni fisiologiche per cui il virus diventa un problema.
La visione duale e conflittuale crea un fuori aggressivo che presuppone una difesa, una lotta, una guerra. E' come se litigassi con te stesso guardandoti allo specchio senza capire che quello che vedi è un riflesso di te.
Altro che approfittare dell'isolamento per meditare e riflettere....
Peraltro è noto che agli scarti che produce l'organismo, tra i più deleteri quelli emotivi, vanno ad aggiungersi gli altri sempre più numerosi che ci arrivano dall'aria, dall'alimentazione, dall'uso indiscriminato dei farmaci ecc, Tutto questo "satura" le naturali funzioni di filtro che il nostro organismo normalmente attiva attraverso l'eiezione: feci, urine, muco ecc. per espellere le tossine in eccesso.
Suona allora un campanello di allarme da saturazione, in pratica di avvelenamento, che attiva una reazione del sistema immunitario, in questo caso critica perché il corpo deve reagire costi quel che costi, per cui da baluardo difensivo, il sistema può trasformarsi in cavallo di Troia.
Devi rovesciare la prospettiva e creare una condizione di "difesa" preventiva. Non per difenderti da un nemico esterno, ma dalle tue stesse debolezze.