L'equilibrio

27.08.2012

Le emozioni non possono e non devono morire altrimenti muore la stessa vita, non devono però condizionarla, il Cuore permette di modularle in modo che offrano l'autenticità dell'esperienza. Il Cuore è il mediatore per eccellenza, la sessualità, l'aggressività, la rabbia tutte le emozioni e le sensazioni passano al "filtro", altrimenti diventano belve aggressive, elefanti tra bicchieri di cristallo. Il Cuore però non ti rende insensibile, non diventi un androide senza anima, ti consente però di "ritornare" dopo essere stato nell'emozione, ti dona la consapevolezza di ciò che ti sta accadendo in questo modo non ti perdi, diventi il testimone delle tue emozioni che per quanto vive e intense non ti "avranno". 

Un equilibrio tra corpo e mente ha come presupposto il non forzare per raggiungerlo perché in tal caso si aumenta la dispersione energetica e il disequilibrio, ancora una volta il Cuore è il grande mediatore. Praticando per diversi anni il qi gong e il tai chi ho provato a creare questo equilibrio ma concretamente ho ottenuto dei riscontri positivi quando ho iniziato la pratica dello yoga kundalini e del tantra, che mi hanno fornito la chiave per arrivare allo spazio del Cuore, dove comunque resta arduo rimanere, perché è uno spazio di accettazione dello stato delle cose di adesione agli eventi, amore incondizionato verso tutto e tutti, dare senza nulla chiedere in cambio. Arduo! è l'esatto opposto delle dinamiche che governano i rapporti interpersonali. Inoltre la via per entrare nel Cuore presuppone che si attraversi tutto lo spazio interiore sciogliendo uno ad uno i blocchi e i nodi dei condizionamenti dell'esperienza di vita fatta fino a quel momento. 

Questo lavoro comporta rivivere traumi, provare grande dolore e paura per liberare il passaggio e collegare il bambino interiore in quello spazio d'amore di cui sente da sempre il bisogno. Raggiungere questa condizione significa amarsi come mai prima. L'ostacolo più grande che si incontra lungo questo cammino è il fatto che si cerca sempre fuori ciò che può appagare le aspettative e la ricerca della felicità, se c'è conflitto tra ciò che si desidera e ciò che si ottiene, accade la delusione e quindi si va a cercare una colpa o un colpevole. In realtà il fuori è una proiezione, il fuori assume l'aspetto che gli viene dato poiché in se non ha aspetti, è semplicemente quello che è. Quindi se l'agire è condizionato da aspettative deluse o da conflitti, si da vita ad ulteriori dinamiche che vanno ad alimentare l'aspetto "negativo" di ciò che accade. 

Questo crea una rappresentazione della realtà sempre negativa perché questa rappresentazione non corrisponde a quello che ci si aspetta. Il Cuore non prevede che le cose siano così come si vorrebbero, ma le accetta e le identifica nella loro reale essenza e per far ciò usa il testimone, colui che osserva e che fa sì che ciò che scaturisce dall'esperienza sia in armonia con lo l'essenza stessa delle cose qualunque aspetto o contenuti esse assumano.