Danza e sessualità
Quarto incontro di lavoro sul corpo, mancano all'appello diverse persone, che per motivi vari non hanno potuto partecipare. Qualche tempo fa questa situazione avrebbe creato problemi allo svolgimento della seduta per la sensazione di precarietà e di aspettative disattese e la convinzione che con poche persone non abbia senso lavorare.
Quest'idea del grande numero di presenze che spesso prevale nei desideri viene vissuto come sinonimo di successo e di adesione all'iniziativa, ma questo sposta l'attenzione dai contenuti all'apparire divenendo quindi un appagamento della soddisfazione che, come sappiamo, è terreno di caccia dell'ego. Da qualche tempo questa dinamica non ha più presa e anche la presenza di sei persone in tutto me compreso non toglie nulla alla gioia di sperimentare e condividere. In questa occasione c'è una new entry, che darà poi un tocco particolare e nuovo a tutto l'incontro.
Siamo in sei e a coppie per cui decido all'ultimo momento di sperimentare una meditazione poco praticata, La Danza del Vento. E in abbinamento e per affinità, iniziamo con la meditazione danzante dei 5 ritmi. Un percorso che si snoda su un tracciato simile al rapporto sessuale, con l'iniziale fase dei preliminari dove la musica ti porta a gradualmente ad attivare il piacere con movimenti lenti, dolci, sinuosi, la successiva fase dinamica e "staccata" è la parte dell'atto sessuale vero e proprio arrivando al successivo orgasmo nella fase caotica e catartica. Segue poi la celebrazione e del rilassamento, infine il silenzio, che non è proprio un'assenza di suoni, c'è invece una musica pulsante e "lunare" che induce il corpo a movimenti spontanei e involontari, sotto certi aspetti somiglia al Latihan.
La spiegazione iniziale sul senso della meditazione suscita qualche perplessità soprattutto in chi non ha esperienze di sessualità immaginativa, tuttavia in tutti c'è molto impegno e alla fine ognuno dirà di aver scelto una delle fasi come più significativa e più sentita o che comunque ha prodotto degli effetti. Alla condivisione emergono le difficoltà o la piacevolezza sperimentati che rapportati al senso della meditazione tracciano un quadro delle condizioni di ciascuno rispetto alla propria curva di risposta al tracciato erotico.
Segue la citata Danza del Vento, in 5 fasi anche questa, la prima simula la danza di un ubriaco ed ha lo scopo di far perdere la centralità e l'equilibrio e quindi mettere le persone nelle condizioni di non avere punti di riferimento e spiazzare il senso di orientamento e quindi mettere all'angolo la mente e l'ego; la fase successiva è quella a coppie uno di fronte all'altro, ancora "storditi" dalla sbornia e quindi con un livello di controllo molto basso, ci si scambia l'energia dal secondo chakra entrando in intimo contatto emotivo.
La terza fase, mutua una tecnica da Gurdjef, con una ritmica danza in fila indiana con appoggio deciso dei piedi a creare un forte radicamento del baricentro; questa fase apparentemente lenta e sciolta è invece molto intensa ed energetica alla fine tutti diranno di avvertire un forte calore all'addome, una sensazione di espansione e sudorazione. La quarta fase è cullata da una dolce melodia ripetitiva con sottofondo di risacca, che consente di restare testimone sulla riva a osservare le sensazioni e le emozioni che sono state smosse dalle fasi precedenti, qualcuno dirà che questa fase gli ha procurato piacere e momenti estatici ad altri voglia di piangere. Il piccolo gruppo, salvo uno dei componenti che non può trattenersi per impegni già presi, resterà insieme tutto il giorno e sarà una delle esperienze più arricchenti e divertenti.
L'appuntamento è per l'11 di dicembre, cambia l'orario, si lavorerà di pomeriggio dalle 16,30 in poi.
Quest'idea del grande numero di presenze che spesso prevale nei desideri viene vissuto come sinonimo di successo e di adesione all'iniziativa, ma questo sposta l'attenzione dai contenuti all'apparire divenendo quindi un appagamento della soddisfazione che, come sappiamo, è terreno di caccia dell'ego. Da qualche tempo questa dinamica non ha più presa e anche la presenza di sei persone in tutto me compreso non toglie nulla alla gioia di sperimentare e condividere. In questa occasione c'è una new entry, che darà poi un tocco particolare e nuovo a tutto l'incontro.
Siamo in sei e a coppie per cui decido all'ultimo momento di sperimentare una meditazione poco praticata, La Danza del Vento. E in abbinamento e per affinità, iniziamo con la meditazione danzante dei 5 ritmi. Un percorso che si snoda su un tracciato simile al rapporto sessuale, con l'iniziale fase dei preliminari dove la musica ti porta a gradualmente ad attivare il piacere con movimenti lenti, dolci, sinuosi, la successiva fase dinamica e "staccata" è la parte dell'atto sessuale vero e proprio arrivando al successivo orgasmo nella fase caotica e catartica. Segue poi la celebrazione e del rilassamento, infine il silenzio, che non è proprio un'assenza di suoni, c'è invece una musica pulsante e "lunare" che induce il corpo a movimenti spontanei e involontari, sotto certi aspetti somiglia al Latihan.
La spiegazione iniziale sul senso della meditazione suscita qualche perplessità soprattutto in chi non ha esperienze di sessualità immaginativa, tuttavia in tutti c'è molto impegno e alla fine ognuno dirà di aver scelto una delle fasi come più significativa e più sentita o che comunque ha prodotto degli effetti. Alla condivisione emergono le difficoltà o la piacevolezza sperimentati che rapportati al senso della meditazione tracciano un quadro delle condizioni di ciascuno rispetto alla propria curva di risposta al tracciato erotico.
Segue la citata Danza del Vento, in 5 fasi anche questa, la prima simula la danza di un ubriaco ed ha lo scopo di far perdere la centralità e l'equilibrio e quindi mettere le persone nelle condizioni di non avere punti di riferimento e spiazzare il senso di orientamento e quindi mettere all'angolo la mente e l'ego; la fase successiva è quella a coppie uno di fronte all'altro, ancora "storditi" dalla sbornia e quindi con un livello di controllo molto basso, ci si scambia l'energia dal secondo chakra entrando in intimo contatto emotivo.
La terza fase, mutua una tecnica da Gurdjef, con una ritmica danza in fila indiana con appoggio deciso dei piedi a creare un forte radicamento del baricentro; questa fase apparentemente lenta e sciolta è invece molto intensa ed energetica alla fine tutti diranno di avvertire un forte calore all'addome, una sensazione di espansione e sudorazione. La quarta fase è cullata da una dolce melodia ripetitiva con sottofondo di risacca, che consente di restare testimone sulla riva a osservare le sensazioni e le emozioni che sono state smosse dalle fasi precedenti, qualcuno dirà che questa fase gli ha procurato piacere e momenti estatici ad altri voglia di piangere. Il piccolo gruppo, salvo uno dei componenti che non può trattenersi per impegni già presi, resterà insieme tutto il giorno e sarà una delle esperienze più arricchenti e divertenti.
L'appuntamento è per l'11 di dicembre, cambia l'orario, si lavorerà di pomeriggio dalle 16,30 in poi.